La Pensione di reversibilità è l’assegno pensionistico percepito in caso di decesso del pensionato in favore dei familiari superstiti.
Essa è erogata per una quota pari ad una percentuale della pensione del familiare pensionato non più in vita.
Il superstite viene considerato a carico del pensionato deceduto. Infatti, questo trattamento pensionistico ha il fine quello di continuare il sostegno ed il mantenimento che la pensione forniva in vita al nucleo familiare del pensionato anche dopo la scomparsa dello stesso.
I familiari del defunto devono essere suoi conviventi per ottenere la Pensione di reversibilità che parte dal primo giorno del mese successivo a quello del decesso del pensionato.
La Pensione di reversibilità è l’assegno pensionistico percepito in caso di decesso del pensionato in favore dai familiari superstiti.
Pensione di reversibilità a chi spetta
I beneficiari della Pensione di reversibilità possono essere:
- il coniuge o l’unito civilmente;
- il coniuge separato;
- il coniuge divorziato a condizione che sia titolare dell’assegno divorzile, senza essersi risposato.
In caso di nuovo matrimonio dopo il divorzio del pensionato deceduto, è il Tribunale che decide la divisione delle quote della pensione di reversibilità che spetta al coniuge superstite e coniuge divorziato.
Possono essere beneficiari della pensione di reversibilità anche:
- i figli minorenni;
- i figli inabili;
- i figli maggiorenni studenti fino a 21 anni se non lavorano e non studiano;
- i figli maggiorenni studenti;
- i genitori del pensionato se hanno compiuto 65 anni, non hanno pensione e non ci sono coniuge e figli;
- i fratelli o sorelle non sposati non abili al lavoro, senza pensione ed a carico del pensionato.
Pensione di reversibilità come funziona
La pensione di reversibilità è pari ad una percentuale della pensione già liquidata o che sarebbe spettata all’assicurato deceduto.
Si ha diritto alla pensione di reversibilità se il soggetto, al momento del decesso, si trovava in una delle seguenti condizioni:
- era titolare di una pensione diretta;
- aveva 15 anni di contributi accreditati in tutta la vita lavorativa;
- aveva 5 anni di contributi accreditati, di cui 3 nell’ultimo quinquennio.
La pensione di reversibilità è pari ad una quota percentuale della pensione già liquidata o che sarebbe spettata all’assicurato deceduto.
Negli ultimi due casi citati si parla di pensione indiretta.
Se il coniuge è il beneficiario della pensione di reversibilità, a quest’ultimo spetta il 60% del trattamento, l’80% se convive con un figlio, il 100% con due o più figli.
Invece, se il diritto alla pensione di reversibilità spetta a figli, fratelli o sorelle e genitori, le percentuali spettanti sono riassunte in questa tabella:
Soggetti superstiti | Percentuale |
---|---|
un figlio | 70% |
2 figli | 80% |
tre o più figli | 100% |
un genitore | 15% |
due genitori | 30% |
un fratello o sorella | 15% |
due fratelli o sorelle | 30% |
Gli importi dei trattamenti pensionistici ai superstiti sono cumulabili con i redditi del beneficiario.
La pensione di reversibilità se ci sono redditi aggiuntivi non può essere tagliata oltre l’importo totale degli stessi. Farlo sarebbe un danno per i superstiti.
Pensione di reversibilità domanda
La domanda per la pensione di reversibilità deve essere presentata online all’INPS attraverso il servizio abilitato.
In alternativa, ci si può rivolgere agli enti Caf e Patronato ed usufruire dei loro servizi.
I tempi per il riconoscimento del provvedimento sono di 30 giorni.
Per saperne di più: